Barriere per il social distancing: i produttori e le specifiche

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Le barriere installate in questi giorni sui banconi e alle casse dei pubblici esercizi sono diventate un’esigenza, a tal punto che rappresentano il diritto alla salute e nel contempo un dovere di attenzione verso il prossimo. In tempi di pandemia il social distancing (o distanziamento fisico o sociale) per la sicurezza delle persone ha assunto un’accezione concreta, una sorta di “senso civico imposto” e catalizzato dal COVID-19. Presto pragmaticamente più che una “seccatura da gestire” sarà un vantaggio competitivo, un vero e proprio indice di civiltà delle imprese e delle attività aperte al pubblico con incidenze dirette sulla fiducia da parte del consumatore.
Al fine di froneggiate l’emergenza, la maggior parte delle barriere installate fino a ora sono provvisorie, Con il tempo il design di queste strutture si raffinerà e probabilmente una regolamentazione più specifica da parte del Ministero della Salute ne rideterminerà caratteristiche e parametri di installazione. Per fornire un’idea della domanda di barriere per il social distancing si pensi che, nella sola ristorazione italiana,  Uniniocamere conta oltre oltre 320.000 attività. E ben superiori in numero sono gli uffici privati aperti al pubblico e le superfici afferenti al canale retail.
Il materiale più utilizzato per realizzare siffatte barriere è il PMMA, ovvero il metacrilato trasparente, che ha costi inferiori rispetto al vetro e garantisce una trasparenza pressoché identica. Il PMMA è un polimero che viene proposto in lastre, appunto acriliche, sotto diverse denominazioni commerciali come Greencast, Perspex o Plexiglas.
Come spiega Gaia Missiroli di Madreperla, la società di Cinisello Balsamo (Mi) che da svariati decenni produce questo materiale sotto i nomi commerciali di Greencast riciclato al 100% e Setacryl (vai al sito):

“il metacrilato ha una trasparenza, brillantezza e resistenza agli urti superiore al vetro. Inoltre è un materiale plastico  riciclato e riciclabile al 100%. Naturalmente anche questa tipologia di lastra è soggetta a un’obsolescenza spesso provocata dalle sollecitazioni dell’ambiente (temperatura, umidità) e dagli agenti chimici, data la necessità continua di detergenza: “Per quanto riguarda la trasparenza -continua Gaia Missiroli- ha una durata trentennale se la lastra è utilizzata in maniera appropriata. Per la funzione di separè gli spessori più usati sono 4mm, 5mm, 6mm, 8mm. Madreperla produce lastre in formato 3×2 metri”.
Data la forte richiesta in una fase di emergenza come quella che sta caratterizzando questo momento storico di lockdown ci si interroga sulla reperibilità del prodotto. Come produttore di lastre acriliche che dunque rifornisce le aziende distributrici delle barriere per il social distancing: spiega Gaia Missiroli-  sicuramente in questo momento c’è una fortissima richiesta in tutti i mercati, per cui l’unico disguido riguarda i tempi  di consegna delle lastre, ovviamente più lunghi. Al momento comunque non ravvisiamo problemi di approvvigionamento delle materie prime”
Qualità e Istruzioni per l’uso
Per quanto riguarda la detergenza come spiega tecnicamente Maurizio Adreani che attraverso l’omonima società Adreani spa dal primo dopoguerra commercializza lastre acriliche come esclusivista del marchio Perspex  (vai al sito): “Il PMMA colato è sicuramente il materiale più trasparente e con la migliore qualità ottica. Inoltre ha una maggiore durezza superficiale e chimica rispetto ad altri materiali estrusi. La resistenza chimica è importante perché i prodotti detergenti possono contenere alcool e il colato resiste meglio, detto questo non bisognerebbe utilizzare prodotti alcolici con i materiali plastici. Per questo motivo è particolarmente indicato. PMMA estruso, policarbonato o altri materiali sono anch’essi validi ma sicuramente non altrettanto rispetto al PMMA colato”. Inoltre Il Perspex è più trasparente del vetro. Le schede prodotto garantiscono il 92% con una qualità ottica eccellente e senza distorsioni.
Al momento Adreani in qualità di distributore riesce a garantire kit che si installano in appena due miniti senza necessità di staffe e con un tempi di consegna di 2 giorni dall’ordine anche in quantitativi di un pezzo solo. L’altezza della soluzione, standard e stand alone, è di  90cm per larghezze di 70, 80 e 90cm.
Destinazione d’uso
Grande distribuzione alimentare e farmacie in questi giorni sono stati i luoghi caratterizzati da affluenze di clientela importanti. Alla ripresa delle attività : “La necessità di barriere per il social distancing si intensificherà e l’esigenza si estenderà al retail tradizionale, ristorazione, banche ma sprattutto uffici nei quali sia prevista la relazione con il pubblico”. Ne è convinto Daniele Sandon Direttore Commerciale di Litoart, società della provincia di Milano specializzata nell’arredo espositivo e nel display durevole e non durevole che in Italia propone in esclusiva le barriere Mark Bric (clic per brocure). Il dispositivo di sicurezza proposto Litoart è denominato Flexiframe e ha uno spessore di un millimetro e presenza di alette protettive ai lati che proteggono l’operatore anche trasversalmente. In più tra la soluzione è costituita di cornice in 5 colorazioni (bianco, nero, grigio, rosso e blu) per rendere la barriera esteticamente pregevole.

Soluzioni molteplici
Tra le prime aziende che hanno concentrato la propria produzione per andare incontro all’emergenza coronavirus sin dal primo momento c’è sicuramente Archimede (clic per prochure) storica società di origine padovana del Gruppo Iconia che opera nel settore beauty, lusso e fashion producendo sistemi di arredo e design espositivo per la comunicazione in store.Negli scorsi giorni  ha fornito il Senato della Repubblica con 350 visiere protettive prodotte nella sede di Veggiano. come spiega il Direttore Commerciale Andrea Luciani, in quanto l’azienda si è trovata: “Immediatamente coinvolta nel cercare soluzioni, che potessero sostenere e proteggere i nostri clienti e successivamente tutte le aziende italiane, ideando e producendo in tempi record, non solo le protezioni per farmacie, supermercati, banche. ma cercando di studiare altri dispositivi che potessero proteggere tutti gli utenti che hanno a che fare con il pubblico”.
Archimede propone altresì di barriere dotate di un’apertura sull’estremità inferiore per consentire gli scambi di oggetti. Tali feritoie si misurano 700×300 mm; 300×200 mm; 400×300 mm. Le lastre in PMMA con piedini per l’installazione stand alone misurano 300 cm x 60 cm e, come specifica il Direttore Commerciale Andrea Luciani: “Le nostre barriere possono essere corredate di visiere in plastica trasparente indossabili, grazie a un cerchietto con circonferenza modulabile per le diverse taglie degli utilizzatori. Il kit completo tra l’altro include anche un display da terra (freestanding) utile a ospitare i dispenser per il disinfettante”. Questo dispositivo è alto circa 1,20 cm e presenta un pannello sull’estremità superiore adatto a ospitare grafiche con le istruzioni o comunicazione in genere.

I segnalator graficii da pavimento e gli eliminacode saranno soluzioni sempre più utili per il social distancing
I dispenser con i disinfettanti per le mani in appositi display
Marco Oltrona Visconti
Marco Oltrona Visconti
Giornalista Professionista
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