Ma come funziona? Spiega Laura Schellino, Direttrice Marketing dell’azienda (nella foto) “Il Biolaminil subisce un processo di degradazione grazie alla presenza di cibo per batteri inserito nella matrice del materiale: i microrganismi si attivano nel momento in cui si trovano le condizioni tipiche di una discarica o in presenza di particolare umidità”.
Isonova infatti utilizza una “biodegradazione indotta” per lo smaltimento naturale di alcuni materiali polimerici di nuova generazione: un’accelerazione del processo naturale, con un’azione di pulizia attraverso la digestione da parte dei batteri delle sostanze chimiche organiche.
Il Biolaminil riesce così a rispondere anche a un problema di riciclo dei rifiuti. Succede spesso, difatti, che nonostante l’impiego di materiali plastici potenzialmente riciclabili, le difficoltà logistiche e la mancanza di impianti vanno a determinare una percentuale piuttosto bassa di prodotto poi effettivamente avviato al riciclo.
L’azienda ha compreso che, con un approccio più pratico, che l’innovazione dei materiali riciclabili deve essere orientata verso prodotti biodegradabili, dissolvibili naturalmente. Biolamini, in quanto materiale plastico composito, va smaltito nei cassonetti nei rifiuti generici. Nel riciclo plastico inquinerebbe il processo, allo stesso modo di carta e organico.
La produzione di questo materiale, inoltre, è ecosostenibile poiché sostenuta da con energia rinnovabile autoprodotta: dal 2010 Isonova ha in funzione presso il proprio stabilimento di Volpiano (To) un impianto fotovoltaico da 100 KW che produce annualmente circa 120.000 Kw.
Anche la sua lavorazione può considerarsi totalmente “green”: a differenza di altri materiali espansi è fustellabile e può essere tagliato al laser senza rilasciare gas tossici nell’aria come acido cloridrico e diossine.
Se stampato con tecnologia di inchiostri a base acqua -come per la stampante AQUA 250 di ENGICO, per esempio-, offre una soluzione finale completamente ecologica che può andare a sostituire materiali come il PVC e il poliuretano, tossici e inquinanti, ancora molto diffusi nel settore POP per la creazione di display -da banco e da terra-, totem, cartelli vetrina, isole espositive temporanee, gadget, box termiche, prototipi e plastici.
Una volta terminato il suo ciclo di vitale, il materiale può essere smaltito in discarica con la garanzia che in periodo di 5 anni al massimo si dissolverà grazie ai batteri contenuti al suo interno. La produzione di questo materiale, inoltre, è ecosostenibile poiché sostenuta da con energia rinnovabile autoprodotta: dal 2010 Isonova ha in funzione presso il proprio stabilimento di Volpiano (To) un impianto fotovoltaico da 100 KW che produce annualmente circa 120.000 Kw. Anche la sua lavorazione può considerarsi totalmente “green”: a differenza di altri materiali espansi è fustellabile e può essere tagliato al laser senza rilasciare gas tossici nell’aria come acido cloridrico e diossine. Se stampato con tecnologia di inchiostri a base acqua -come per la stampante AQUA 250 di ENGICO, per esempio-, offre una soluzione finale completamente ecologica che può andare a sostituire materiali come il PVC e il poliuretano, tossici e inquinanti, ancora molto diffusi nel settore POP per la creazione di display -da banco e da terra-, totem, cartelli vetrina, isole espositive temporanee, gadget, box termiche, prototipi e plastici. Una volta terminato il suo ciclo di vitale, il materiale può essere smaltito in discarica con la garanzia che in periodo di 5 anni al massimo si dissolverà grazie ai batteri contenuti al suo interno.
Biolaminil è disponibile in pannelli di vario spessore (da 2,5 a 10,5 mm), è stampabile in digitale, serigrafia e stampa a caldo e può essere abbinato con fogli esterni in carta e cartoncino stampati in off-set. Viene accoppiato con carte certificateFSC® che garantiscono che il legno utilizzato per fare la carta utilizzata, proviene da riserve controllate al fine di garantire la rinnovabilità.
Se prodotti come il Biolaminil sono pensati più propriamente per il settore pubblicitario, dove i sopporti trovano con difficoltà posto in un discorso di circolarità, l’aziende propone, per altri settori, anche soluzioni sostenibili per prodotti e materiali plastici non riciclabili, destinati all’indifferenziata in quanto misti/accoppiati (XPS + PET o XPS + carta), ma che possono essere recuperati.
Isolambox, per esempio, è un contenitore per imballaggi isotermici che massimizza le proprietà di isolamento termico di Laminil. I contenitori sono utilizzati per realizzare scatole e contenitori isotermici in molti ambiti, come il trasporto di farmaci e prodotti biomedicali (in particolare per il “trasporto dell’ultimo miglio” a temperatura controllata), cosmetici, alimentari e prodotti freschi per e-commerce, pasticceria e gelateria. Queste box consentono di realizzare packaging personalizzati in termini di dimensione, modello e stampa di loghi e grafiche.
Questo prodotto per packaging è composto da Laminil – ovvero XPS (polistirene espanso estruso) prodotto a ciclo continuo, senza l’ausilio di CFC o HCFC. La foglia XPS può essere accoppiata a carta Kraft su uno o entrambi i lati e/o a carta plastificata in PET metallizzato argento/oro su uno o entrambi i lati.
Dice laura schellno “Rispetto al cartone è più resistente, durevole, leggero e può subire diversi processi di stampa a seconda delle necessità: serigrafica, off-set (con accoppiatura), digitale UV, a caldo, etc. Inoltre è un tipo di packaging riutilizzabile, caratteristica che consente una notevole riduzione dei costi”.
Isolambox – disponibile negli spessori 2-3-4-5 mm- può essere lavorata in qualsiasi formato e dimensione, partendo da un formato massimo del pannello di 1200 mm. I formati delle scatole possono essere scelti su catalogo oppure prodotti su richiesta (modello americano, a cofanetto, automontante), stampate direttamente o accoppiate o neutre, fustellate o tagliate a plotter in base alle quantità necessarie e alle dimensioni.
Sempre nell’ottica della sostenibilità ambientale l’azienda da anni ha in corso una collaborazione con alcune scuole della zona. Tutta una parte del Laminil scartato (difettoso e di seconda scelta) viene conservato presso il loro magazzino e messo a disposizione delle scuole (a scopo didattico, non di lucro), che possono ritirarlo per riutilizzarlo come materiale per laboratori artistici e creativi.